venerdì 24 giugno 2011

VENEZIA - Introduzione - Capolavori dell'Arte Italiana - 1

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Estate, tempo di vacanze.

Le mie prime "ferie" le ho godute all'età di ventun' anni.
Purtroppo allora, ero già orfana di padre e di madre; figlia unica, senza parenti prossimi e nessun sostentamento materiale e morale, ho dovuto rimboccarmi le maniche e andare a lavorare anzichè proseguire gli studi come invece avrei voluto.
Fortunatamente avevo già in tasca il mio bel diploma di segrataria d'ufficio (impiegata di concetto!) e le opportunità di scelta di lavoro, allora, non mancavano, specialmente a Torino. Difatti, mi impiegai "fissa" solamente dopo aver prima saggiato altri posti di lavoro ma senza aver maturato giorni di ferie! (Forse  i datori di lavoro ci "marciavano"...)

Agosto: tutto chiuso, tutti in ferie! Grande esodo fantozziano!

Tramite l'interessamento di un amico veneto, mi ritrovai prenotata, all'ultimo momento, in una modesta ed economica pensione a conduzione familiare, nel centro di Sottomarina di Chioggia (Ve):  Pensione completa per due, con uso di spiaggia e servizi, per quindici giorni! Certo, la prenotazione includeva, oltre me, anche il mio inseparabile cane, un bellissimo ed educatissimo barboncino nero di nome Mini.
(Visse 18 anni e mezzo!)
Arrivò anche per me il giorno della partenza: caricai armi, bagagli e cane sulla mia fiammeggiante Fiat 850 coupé, che andava più ad olio che a benzina e via all'avventura, speranzosa che l'auto mi portasse a destinazione ... al mare!  ... fortunatamente mi portò!
Il proprietario della pensione,  ci (io e Mini) assegnò la camera, una stanza a quattro posti  ... ma no, non tutti per noi: tre letti già occupati da tre sorelline, adolescenti,  il quarto per noi due!
Tutti felici e contenti, specialmente le ragazzine e il cane: per loro fu amore a prima vista e un divertimento continuo durato una settimana. Sicuramente più sollevati anche i genitori sapendo che le loro figlie, durante la notte, sarebbero state controllate da un cane da guardia, nel vero senso della parola.
La prima settimana passò tra l'andare in spiaggia con cane al seguito e il tornare alla pensione ad orari stabiliti per i pasti. Amicizie ancora non ne avevo fatte: famiglie al completo in pensione, stesse famiglie in spiaggia, famiglie al completo in paese, nessun coetaneo con cui scambiare impressioni ... cominciavo a stufarmi di quel trantran, anche se avevo considerato che il cane sarebbe stato una limitazione per eventuali mie uscite serali magari danzanti, non potevo certo lasciarlo a qualcuno, nè chiuderlo in camera ... avrebbe fatto il diavolo a quattro! 
La seconda settimana fu diversa. Le ragazzine partirono e mi fu assegnata una camera singola  ... senza bagno interno e ... ricavata in un sottoscala! Probabilmente gli affari andavano bene e il proprietario voleva ingrandirsi, sfruttando tutto lo spazio disponibile  costruendo camere in più anche se inadeguate.
Comunque, a me andò bene ugualmente, mi adattai ancora.
Sembrò mi fossi svegliata dall'apatia. 
Per la miseria, avevo attraversato tutto il nord d'Italia, da ovest a est, senza aver visto assolutamente niente delle bellezze del posto!  E dire che avrei avuto solo l'imbarazzo della scelta, c'era pure Venezia a due passi - che diamine!
Il discorsetto recitatomi sortì l'effetto! Detto e fatto. Niente spiaggia. Subito dopo pranzo, imbarcai il cane in macchina e via, verso Venezia.
Percorsi tutta la Romea, Marghera, presi il ferry boat con auto al seguito e sbarcai al Lido di Venezia: Booh!
Inconsciamente o volutamente mi ritrovai sul grande piazzale dove si ergeva fascinoso e allettante il "Casinò"!  Mi dimenticai di Venezia! ... Ma sì, ci sarei andata "domani" a Venezia!
Finalmente potevo entrare in un Casinò e provare l'ebbrezza del gioco.
Cercai un posto riparato da alberi e parcheggiai la macchina.  Feci scendere il cane per i suoi bisognini,  sistemai i finestrini lasciandoli mezzi aperti, misi la ciotola con l'acqua sul pianale della macchina e rifeci salire il cane nella stessa, promettendogli che sarei tornata presto.
Sentivo il cuore che batteva all'impazzata mentre mi dirigevo all'entrata: Era la mia prima volta!
Documenti prego? Schedata ormai ... giocatrice d'azzardo! 
Morale della favola: tutti i pomeriggi li passai dentro al Casinò a giocare alla roulette! Un male, perché vinsi sempre!
L'ultimo giorno della mia permanenza però, non andai al Casinò, mi fermai a Venezia, volevo vedere almeno Piazza San Marco e bere un caffè nel famoso Harry's Bar, (potevo permettermelo) poi avrei proseguito alla volta di Torino.
Andai all'Harr y's Bar ... bello, ma"un buchetto"pensai, guardandomi intorno nella prima saletta dove mi fermai a bere - al banco - il caffè da due mila lire! 
Mi incamminai verso Piazza San Marco prendendo il vicolo proprio alle spalle del bar , avrei poi girato a destra sbucando giusto a metà del lato posteriore della Piazza. In pratica varcai la soglia dell'entrata secondaria ... con visibile sfondo della Basilica e Campanile sulla destra ...

Questa volta il mio cuore non batté all'impazzata ... decisamente si fermò! Così come colpiti da paresi, la mia bocca rimase aperta e il mio corpo si irrigidì  folgorato, nel vedere tutta quella imponente magnificenza! Che impatto! Non mi aspettavo di provare nulla di simile guardandola dal vero! Mi faceva male la glottide a furia di deglutire aria secca  priva di saliva. Sarà stata anche la luce di quel momento a rendere quell'architettura, avvolta da luce diafana, un'opera irreale, magica, fantastica:  poco prima c'era stato un temporale ed ora splendeva il sole accentuandone il fulgore!
Piansi ... mi accorsi di piangere  mentre la mia mente me ne stava dicendo di tutti i colori: cretina, deficiente, scema, stupida, stolta ... vai al casinò che è meglio, brutta ignorante povera di spirito!
Non mi ricordo quanto tempo rimasi lì imbambolata, impietrita, frastornata.
Tornai a Torino in uno stato d'animo indicibile. Ero a terra, mortificata, umiliata!

Mi rifeci poi ... mi perdonai,  ritornando e godendomi Venezia e Isole altre quattro volte.
Andai alla ricerca di quella provata delirante emozione esaltante ... ma molto dispiaciuta non riuscii più a sentirla nonostante rimasi altre volte a bocca aperta in contemplazione.
Di Casinò neanche più il pensiero! 





Dipinto di Silvano Drei






Ecco, ora posso presentare anche a voi le bellezze di Venezia e la sua storia.

Inizierò con il postare sei Tavole relative alla Basilica di San Marco, raffiguranti particolari di mosaici di opere d'arte interne. 
Ci sposteremo poi a fianco la Basilica, al Palazzo Ducale e la nostra guida sarà Enzo Orlandi.























Particolare del Particolare di
La Danza di Salomè












Mosaici bizantini


Questo tipo di mosaico è principalmente parietale ed userà tessere di materiale vetroso dalla gamma molto più ricca ed intensa rispetto al mosaico romano. Il mosaico murale bizantino presenta una superficie scabrosa ed irregolare, formata da tessere vetrose volutamente infisse con angolazioni più o meno accentuate rispetto al piano e non levigate, per meglio poter captare e rifrangere la luce. La leggera inclinazione delle tessere, la natura e i colori dei materiali usati, fanno si che nei mosaici bizantini la luce sia parte integrante dell'opera. Sarà tipico dell'arte bizantina l'uso di sfondi d'oro al posto di quelli bianchi dell'arte antica
http://www.aurasoft.net/it_mosaico/storia6.html


















































Basilica di San Marco




La Basilica di San Marco è considerata un capolavoro dell’architettura romanico-bizantina ed ha sempre avuto un ruolo importante nella vita religiosa e pubblica di Venezia. Ai tempi della Repubblica, vi venivano consacrati i dogi. Inizialmente la basilica era solo un piccolo tempio dedicato a San Teodoro, poi nell’anno 820 i Veneziani trafugarono da Alessandria d’Egitto le spoglie di San Marco e s’iniziò la riedificazione del tempio. Costruita nei secoli XI-XV e più volte ristrutturata, la basilica attuale domina Piazza San Marco con le sue cinque imponenti cupole e i suoi dorati mosaici, che richiamano uno stile orientale.

La Basilica è a croce greca con una cupola centrale; su ogni campata vi sono quattro cupole emisferiche; nel Duecento su ogni cupola furono costruite delle piccole cupole a bulbo. La facciata è divisa in un doppio ordine di cinque arcate. Nella prima arcata si trova il mosaico “Traslazione del corpo di San Marco nella chiesa”; nella seconda “Il corpo di San Marco venerato dal doge”. I bassorilievi posti al centro rappresentano i mestieri di Venezia. Nella quarte e quinta arcata vi sono altri mosaici sempre riferiti a San Marco. In alto, sulla facciata superiore, si trovano le copie dei quattro cavalli che il doge Enrico Dandolo spedì da Costantinopoli nel Duecento. Sul fianco che si affaccia su Palazzo Ducale, si può osservare la pietra del bando, detta così perché da lì si leggevano le ordinanze della Repubblica.

L’interno colpisce subito per la grandiosità e l’armonia dei volumi. La chiesa è decorata con splendidi mosaici a fondo d’oro risalenti a varie epoche (dal XII al XIV secolo), rappresentanti vari personaggi e situazioni: “Predicazione degli Apostoli”, “La Passione”, “Cristo benedicente”, “Cristo e Profeti”, “San Giovanni”. I mosaici più antichi sono quelli posti nell’abside e raffiguranti San Nicola, San Pietro, San Marco. L’altare maggiore è in marmo; in esso sono custodite le spoglie di San Marco. Il ciborio è sorretto da quattro colonne d’alabastro scolpite con episodi dei Vangeli. Il capolavoro dell’arte orafa bizantina e veneziana è la “Pala d’oro” che si trova dietro l’altare maggiore.
http://guide.travelitalia.com/it/guide/venezia/1286/




N°  6/6 Tavole 

Le tavole postate sono di mia proprietà


                                                                                              Continua ...QUI






10 commenti:

  1. Molto belle le tavole illustrative (peraltro adoro Venezia, la piazza e la basilica di San Marco, ci sono stato anch'io più di una volta).
    Però, la cosa più bella di questo post è la tua rievocazione giovanile, veramente coinvolgente.

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  2. ciao.... che belle.... davvero... quando ero ragazza andavo spesso a Venezia con la fam. e io entravo nel Palazzo Ducale e mi perdevo tra le sale ... ricordi stupendi...che bel post..ciao.luigina

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  3. mi chiedevo dove eri finita :il telefono muto,il tuo sito senza commenti....ora ho capito...stavi stilando il tuo diario di viaggio..e che diario!! che stile!!!brava,sei una scrittrice potenziale...il tuo racconto mi ha deliziato !!è tanta l'ansia di congratularmi con te per la tua bella prova letteraria ,che rimando a domani l'esame delle tavole....ciao Enza

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  4. Ciao Sergio, grazie. Anch'io la adoro Venezia e nella mia scala di valutazione per bellezza artistica e fascino, sicuramente la colloco ai primi posti.
    Dicono che quando si invecchia si tende a perdere la memoria recente mentre acuisce quella passata, credo proprio sia vero: mi sono ricordata persino le sensazioni provate. (Sarà troppa vecchiezza!)
    Sono lusingata che il mio racconto ti abbia "coinvolto" ... detto dallo scrittore quale sei. Grazie ancora

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  5. Ciao Luigina, grazie. Sicuramente è per via della tua anima poetica, delicata e sensibile che sai apprezzare tutte queste bellissime opere d'arte: si sente che ti toccano. Un bacio

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  6. Ciao Enza, di certo non mi sono isolata per scrivere bensì per l'altro lavoro che tu ben sai. Cerco di portarlo a termine ma mi sembra la tela di Penelope ... non vede mai la fine. Sarà che preferisco di gran lunga curare il mio blog invece di ...
    "Prova letteraria" ... "l'esame" ... Parole che denotano una certa familiarità con il giudicare. Mi sa che c'è un po' di nostalgia dell'ambiente scolastico ... ah già, è periodo di esami di maturità! Professoressa ... grazie, molto gradito l'elogio.

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  7. ciao Serena
    e buongiorno freddissimo
    bellissimo post! molto impegnativo, ma fatto in maniera eccellente!!!
    il tempo di leggere lo trovo solo perché da un paio di mesi sono in maternità e già prima avevo ridotto l'orario ... ma più che il tempo serve la concentrazione per leggere e ci sono stati periodi in cui ne ero davvero sprovvista ;-)
    e poi con il freddo di questi giorni non c'è molto altro da fare
    buon proseguimento

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  8. ...il suo breve racconto, scritto con cura e amore, farebbe morire d'invidia il grande A.Cechov, per la semplicità e morale cui è intriso...un plauso per la sua facilità prosaica...

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