domenica 12 giugno 2011

PARCO GUELL - Antonio Gaudì -


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Ma sì, un piccolo resoconto di una tappa del mio viaggio appena trascorso, lo voglio esporre.
Non dirò della partenza via mare e soggiorno di due giorni in nave con mare forza sei perchè troppo traumatizzante e angoscioso ... neanche la possibilità di uscire su qualche ponte per fumare una sigaretta calmante e rassicurante ... gli schizzi delle onde alte 4-5-6 metri arrivavarono a lavare l'oblò della mia cabina situata all'ottavo piano della nave ... nel bel mezzo della notte, il comandante pensò bene di cambiare rotta e tenersi sotto costa perchè gli stava a cuore l'incolumità dei passeggeri e della nave ...
Di certo non mi succederà di piangere mesta, al ricordo della traversata, come certe persone fanno ...  in quella tal pubblicità!






    Ma come, guardando queste foto non sembra che il mare fosse così mosso come descritto!
    L'ho pensato anch'io, non credendo, mentre cercavo le altre immagini più realistiche ... tutte così!
    Però si ballava, eccome!




Tappa a Barcellona! Long weekend!

Ero già stata altre volte a Barcellona. Sempre bella!
Quando poi si dice Barcellona, il sinonimo viene spontaneo: Antonio Gaudì - e sempre il solito tour panoramico, attorno al suo nome, alle sue opere compiute e non, al suo vissuto!
Questa volta però, ho guardato nel Parco Guell, realtà oggettive in modo più approfondito, direi sicuramente illuminanti ... per tornaconto personale! (Adesso non è molto comprensibile ma lo sarà più avanti).

Parco Guell

Parco Güell è una tappa obbligata. Intuizione del finanziere Eusebi Guell che negli anni '20 commissionò proprio a Gaudì, il progetto della costruzione di una "città parco" in una delle sue grandi proprietà. Diviene parco municipale a causa di mancanza di fondi. Gaudì così pensò di realizzare una lottizzazione in mezzo a un parco, con le forme della natura, applicando tutta la sua esperienza e fantasia in creature artistiche ma provate prima. Il progetto nasce da un’idea di curve dove tutto è ondeggiante e contorto fino a creare un'atmosfera fantastica.
Dell' originario progetto di 60 Ville, quasi nulla fu portato a termine. Bellissime la scalinata ornata dal celebre dragone ricoperto da mosaico di maiolica e la Sala delle Colonne.




























                                                                     I Draghi 



  


























 
























Parco Guell è forse tra le opere compiute di Antoni Gaudì quella più grande e impegnativa; sicuramente per questo risulta essere agli occhi dei visitatori inesperti espressione dell' arte intera dell' architetto di Dio, come veniva nominato.

Parco Güell è l'opera alla cui realizzazione Gaudì si dedicò dal 1900 al 1914, progettato in una collina tra l' Eixample e il Tibidabo.

Il Parco fu l’ennesimo progetto che Gaudì realizzò per il suo mecenate, l'industriale Eusebi Güell y Bacigalupi, e che i due insieme concepirono non come un parco o un giardino pubblico (come suggerirebbe il nome), ma più come una città giardino.



Gli abitanti di Barcellona non accolsero con molto entusiasmo l’idea di Güell tanto che solo 2 dei 60 lotti realizzati ( erano quindi previste in progetto 60 ville) furono acquistati e il progetto venne di conseguenza accantonato per mancanza di fondi nel 1914.


In una delle due case già costruite si trasferì quindi Gaudì con il padre e la figlia della sorella e lì rimase finchè non si trasferì definitivamente nel cantiere della Sagrada Familia dove praticamente visse lavorando 24 ore al giorno fino alla sua morte.






Casa di Gaudì.
L'ha abitata per 20 anni.
Alla sua morte, è stata convertita in museo
ed espone mobili originali, anche questi
realizzati da Gaudì.

















































Nel 1922 il comune di Barcellona comprò la proprietà decidendo di cambiarne il progetto, e di affidarne a Gaudì stesso la trasformazione della città-giardino in parco pubblico.



Gaudì realizzò quest'opera dando libero sfogo alla propria fantasia e ricalcando la struttura di un paesaggio naturale: vi si trovano, infatti, fontane, grotte, colonne-albero e arcate artificiali di roccia.

































































































                                        L' Onda











































Le mura di cinta furono costruite seguendo il profilo sinuoso dei molteplici cambi di pendenza della montagna sulla quale è costruito il parco, creando così un profilo ondulato della struttura. Non è la natura che si adatta spesso violentemente alla volontà dell' uomo, ma è l' uomo che in base alla natura circostante interviene, adattando la propria opera alle circostanze presenti.



Le mura furono inoltre ricoperte da frammenti di ceramica rossi e bianchi che svolsero al contempo la funzione di decorazione e d'impermeabilizzazione (il muro fu costruito con un materiale alquanto scadente) e protezione del muro nei confronti di eventuali intrusioni.


L' ingresso avviene attraverso una portineria tutta curve e decorata da una torre interamente in maiolica colorata, oltre la quale una doppia scalinata simmetrica, ornata dal celebre dragone, sale alla sala coperta, che secondo il progetto avrebbe dovuto accogliere gli spazi in comune della città-giardino.


La sala è costituita da 84 colonne dorico-greco (e anche egizie) , inclinate nella fila esterna appositamente per sorreggere il soffitto ondulato ricoperto da molteplici frammenti di ceramica policroma.







 
 
 
 
 
 
 
 
Le due case sono abitate dai custodi del parco.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
(Sembrano di Pan di Zucchero)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
A guardia dell’entrata della sala due draghi, simboli di Barcellona, in realtà, nascondono due enormi cisterne per la raccolta dell’acqua piovana con la quale viene mantenuta la verdeggiante vegetazione del Parco.



La copertura costituita da una cupola e da una terrazza circolare soprastante racchiusa da una interminabile panchina ricoperta anch'essa da un bellissimo mosaico multicolore; infatti è punto centrale del parco e funge da "piazza mercato", concepita come luogo d’incontro per tutti gli abitanti del borgo giardino nonché come luogo di rappresentazioni teatrali e manifestazioni culturali.


Da qui ha inizio un sentiero che arriva in cima alla collina dove era prevista la cappella del quartiere.


Tutto è perfettamente integrato nel paesaggio.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Il lavoro a mosaico della
panca sinusoide circolare è opera
di Josep Jujol
assistente di Gaudì
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
























 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Questo è il soffitto sottostante la zona piastrellata per sedersi.
I dischi o ruote colorate a mosaico sono "cocci" di piastrelle colorate rotte, di piatti e manici di tazzine.



 

 
Come ogni opera di Gaudì, Parc Güell contiene anticipazioni ed esplorazioni dei nuovi stili e correnti artistiche dell’Europa.Se si considerano le decorazioni di "ceramica frammentata" soprattutto nell’ornamento del sedile, si noterà la loro analogia con i collage dei futuri Dadaisti.

L' uso di materiali poveri, fece anticipare a Gaudì intuizioni e idee dei futuri cubisti, Picasso e Mirò. Gaudì inserì poi numerosi elementi architettonici che si confondono con il verde del paesaggio, con lo scopo di unire l'opera umana a quella della natura.
 http://www.barcellonaonline.net/Parchi/Parc-Guell-Gaudi.htm



"Tornaconto Personale"


Sul piazzale belvedere, antistante l'entrata al Parco Guell, anche la pavimentazione è stata realizzata con materiali poveri ma con la stessa fantasia e originalità adottata nel Parco.
Sicuramente l'acquazzone passato, ha contribuito al risalto dei colori e della geometria del lastricato. 





















































 
































































































































































Visione illuminante. Sarò una futura cubista ... ma no, non nel senso che ballerò su un cubo! e neanche vorrò paragonarmi ad un Picasso. Mi accontenterò di diventare un'estrosa "piastrellista posa pavimenti" prendendo spunto proprio dai mosaici postati sopra. 
All'esterno della mia casa, tra il giardino e i muri perimetrali della casa, erano rimaste ancora "grezze" delle piazzole rifinite solo a cemento. Si erano ipotizzate varie soluzioni per una pavimentazione più consona ma senza convinzione, per cui nulla ancora era stato fatto. 
Ora, la scintilla è scoccata, ecco dove e come impiegherò la mia arte! (modesta!)
Anch' io userò "materiali poveri" tipo i ciottoli di fiume, mattoncini ecc ...
Sapete cosa sono quei cerchietti colorati di vetro? Nientemeno che fondi di bottigliette di birra!
Sarà un problema per me reperirli ... a me la birra non piace!


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6 commenti:

  1. Sciùsciù12/06/11, 09:09

    Bel servizio"ricordo"di una gita che non scorderemo per la movimentata traversata.Tu come al solito hai fatto prevalere il "falco" delle idee che è in te (ti piace falco?) e hai subito rimediato al problema giardino,a me non resta che bere la birra e portarti i vuoti.......in questo caso non a perdere !!!Ciao alla prossima???????...

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  2. Sciùsciù12/06/11, 09:48

    Si,sono sempre io...... COMPLIMENTI.......da una semplice gita nata per gioco hai saputo trarne il lato "culturale" e darci una lezione di storia .SEI GRANDE SERé!!!!!!!!!!!!

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  3. Tetsu Kashiwaya ha detto ...
    have no idea what are written on the blog, but enjoyed great pics of Gaudi architecture nonetheless. grazie! 8)

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  4. Stupendo. Io ho passato una giornata a Barcellona compiendo un autentico tour-Gaudì, ho visitato tutte le cose da lui edificate. Un genio dell'architettura.

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  5. tutto è strabiliante ,eccezionale......ma...io preferisco l'emozione che mi dà la vista del Partenone,illuminato di notte...sarà colpa della mia impostazione culturale classica o,forse. ancor di più,della mia ignoranza dell'arte moderna...

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  6. sorvolo sulla esperienza della traversata,,,ho provato anch'io,anche se solo per un breve percorso,il panico del naufrago e so cos'è...ma penso che ne sia valsa la pena,visto lo spettacolo meraviglioso che si è offerto poi ai tuoi occhi e alla cinepresa,che,vedo,sai usare da vera professionista....sono rimasta colpita dalla policromia e dalla impressione di festosità che l'architettura di Gaudì offre,senz'altro eccezionale ,anzi direi, unica...sembra una città sognata.non reale!!ciao,Enza

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